Quando osservo la natura, così accogliente e spietata nello stesso tempo, così distaccata e presente, così dentro al processo tanto da essere disposta a lasciarsi sfuggire un “piccolo dettaglio” (un cucciolo molto debole viene lasciato morire dalla mamma, se sa che non ce la farà) sento amore. Che, a differenza di quanto si dica, non è nulla di edulcorato, ma è una forza, alle volte spietata altre volte accogliente, che accompagna il processo della vita e della morte di questa dimensione terrena che stiamo sperimentando.

All’amore, dunque, va il mio ringraziamento. Includendo tutto, ma proprio tutto ciò che di bello e di tremendo io ho vissuto.

Con l’umile richiesta di poter imparare veramente ad amare, un giorno. E con la speranza che questa forza continui ad insegnarmi a trasformare “il piombo in oro” e a sostenermi, come ha fatto fino ad ora.

 

Francesca