Avere cura. Prendersi cura.
Di un fiore. Di una pianta. Del modo in cui respiro. Dell’acqua che bevo giornalmente. Di ciò che scelgo di mangiare. Della raccolta differenziata. Di sorridere a chi mi dimostra gentilezza disinteressata. Di una carezza appoggiata come una piuma, sulla mia mano o su quella del mio compagno di viaggio del momento. Di fare una telefonata. Mandre un messaggio. Dire grazie. Per piacere. Mi dispiace.
Del modo in cui abbino i colori al mattino quando mi vesto. Di come mi faccio la doccia. Appendo un quadro. Stucco il muro. Saluto. Guardo. Cammino.
Cura è responsabilità. E’ una responsabilità così profonda e radicata che a tratti ci dimentichiamo di quanto un gesto fatto con cura possa fare la differenza non solo per noi, ma anche per chi guarda. Osserva. Assorbe la vibrazione di cura che arriva dritta dove deve e fa il suo lavoro.
Cura è responsabilità non solo nei confronti di noi stessi e di chi ci sta intorno. Anche nei confronti dell’ambiente in cui viviamo. L’aria che respiriamo, le piante che ci circondano e sostengono, la terra, che è sempre lì, sotto i nostri piedi, passo dopo passo dopo passo. Il cielo che è sopra alle nostre teste, passo dopo passo dopo passo.
Cura è responsabilità. Mi permette di sviluppare un’attenzione presente che mi guida da dentro verso la via maestra, la via dei sogni, la vita della creatività, della spontaneità. Mi permette di integrare visibile ed invisibile. Mi permette di fidarmi e fluire nella vita e con la vita.
Cura è responsabilità. Mi toglie dall’ illusione del controllo. Mi permette di fare la mia parte e spostarmi per lasciar fare anche alla vita. Perché ognuno faccia la propria parte, senza spingere ne’ frenare.
Te lo immagini un mondo in cui ognuno di noi inizia veramente a coltivare il campo della cura, responsabilmente?
Io si, me lo immagino. Un nuovo mondo è possibile.
Francesca Tamai
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