ESPLORANDO LA TUA ERA...

ESPLORANDO LA TUA ERA…

 

Era, la prima delle dee vulnerabili che entra in campo come protagonista, dopo le dee vergini, nel percorso “donne che vedono nel buio”.

La magnifica Era, aveva aspetti contrastanti: onorata e venerata come potente dea del matrimonio e denigrata da Omero come vendicativa e gelosa.

I suoi simboli erano la mucca sacra, che fu un’immagine associata a lungo alla Grande Madre come dispensatrice di nutrimento, la Via Lattea, formatasi quando il latte le sgorgò dal seno le cui gocce cadute a terra diedero origine ai gigli, fiori associati al potere autofertilizzante dei genitali femminili. La coda del pavone “tutta occhi” simbolo della vigilanza che le era tipica.

 

La mitologia

Era fu inghiottita dal padre Crono e quando riemerse dalla cattività era già fanciulla e venne affidata alle cure di due divinità della natura. Divenne bellissima e catturò l’attenzione di Zeus che tentò di sedurla con l’inganno e di prenderla con la forza. Ma senza successo. Fino al momento in cui lui le promise di sposarla. Si narra che la luna di miele tra Era e Zeus durò trecento anni. Quando finì, era proprio tutto finito.
Da questo punto in poi lui riprese a fare la vita che faceva prima di sposarla, tradendola con altre donne e procreando altri figli. E lei scatenò la sua natura gelosa e vendicativa: ma sempre verso “l’altra” donna (che spesso veniva posseduta da lui con l’inganno) mai verso il marito. Per lei era un forte dolore il fatto che lui disonorasse il loro matrimonio, così sacro ai suoi occhi. Collera e vendetta non erano le sole reazioni con le quali rispondeva alle numerose umiliazioni di Zeus: si defilava nelle sue peregrinazioni, separandosi dal marito e dalle altre divinità dell’Olimpo, immergendosi in una profonda cupezza. Ma lui, quando vide che non intendeva tornare, trovò il modo per richiamarla all’ordine, cercando di risvegliare in lei la gelosia ed organizzando un falso matrimonio in cui la sposa era una statua. Questa cosa la divertì molto e fece ritorno.

La si onorava in diversi momenti della vita: in primavera era Era la Vergine, in estate Era la Realizzata e in inverno Era la Vedova.

 

L’archetipo

Fondamentalmente la donna Era desidera essere moglie e si sente incompleta senza un compagno. Questa cosa la vive proprio come una mancanza che le genera un dolore molto profondo. Ma la relazione con un uomo non sarà sufficiente a placare il desiderio di matrimonio che per lei è riconoscimento, è essere onorata da quello che il matrimonio rappresenta per lei. Desidera essere riconosciuta come la ‘moglie di…’. Farà pressione per ottenere questo riconoscimento ufficiale e il giorno delle nozze la donna Era si sentirà come una dea, raggiante di gioia e completa.

La cultura in cui viviamo, che promuove il matrimonio come momento in cui la donna raggiunge la sua realizzazione, tende a promuovere questo archetipo in positivo quando la modalità Era viene conformata e in negativo quando non lo fa. Ma questo impulso pro-matrimonio la donna Era ce l’ha anche nel caso in cui sia omosessuale: questo è la prova che Era potrebbe non essere esclusivamente il frutto di una cultura patriarcale in quanto la società non propone questo modello (anche se molti passi avanti sono stati fatti in tal senso e spero sinceramente che continueremo a farne, accettando e riconoscendo nel matrimonio l’unione consapevole di due persone che scelgono, al di fuori di ogni tipo di discriminazione).

 

L’ombra

Questo archetipo si differenzia da Demetra o Persefone in quanto nel momento in cui scopre il tradimento agisce la sua rabbia trasformandola in vendetta contro le donne con le quali Zeus la tradiva o contro i figli da lui generati. Non ha mai reputato responsabile lui dei suoi numerosi tradimenti, sebbene la maggior parte delle volte egli si servì dell’inganno al fine di conquistare le divinità che voleva possedere. Questo accade spesso: molto spesso la donna si ritrova a combattere contro quella che considera ‘la rivale’ senza minimamente prendere in considerazione che è il compagno che tradisce. Al fine di salvare lui, la sua immagine, sceglie di scaricare tutta la sua rabbia sull’altra.

 

La Donna Era

La donna Era mette il marito in primo piano, nella propria vita. Anche prima dei figli.

La bambina Era già da piccola gioca a ‘marito e moglie’. Figlia di Crono e Rea, un padre privo di affetto che ingoia i propri figli per il timore di essere spodestato da uno di loro e una madre incapace di difendere i suoi figli da lui, fu la sola dei suoi fratelli che dopo essere stata sputata dal padre ebbe una coppia di genitori adottivi che la crebbe, permettendole di mantenere viva l’immagine idealizzata del matrimonio della quale va in cerca per uscire da una situazione familiare negativa.

Per l’adolescente Era la cosa più importante è quella di avere un rapporto stabile. Avere un ragazzo fisso è fondamentale per lei. Quando, come spesso accade, la storia tra i banchi di scuola finisce, per lei è la prima grande sofferenza emotiva. Anche all’università il suo obiettivo è quello di cercare un compagno. La cultura per lei non è affatto importante in sé, ma può far parte dei requisiti sociali richiesti.

Il lavoro per la donna Era è un aspetto secondario della vita. La sua carriera è il matrimonio e una volta sposata le verrà spontaneo subordinare il proprio lavoro a quello del marito.

La donna Era non da grande importanza all’amicizia con altre donne e non ha un’amica del cuore (se ce l’ha è per la presenza di altri archetipi).

E’ nella sua indole quella di annullare impegni presi in precedenza con le amiche se le si presenta un invito da parte di un uomo. Inoltre tende ad allontanare le donne sole, sia perché pensa che siano un pericolo per la coppia e sia perché le svaluta per non avere un uomo.

Tutti i suoi rapporti sociali, dopo il matrimonio, sono vissuti come parte della coppia.

E’ facile che lasci cadere anche le amicizie con amiche divorziate o vedove.

La donna Era dei nostri giorni ripone nel marito l’aspettativa archetipica della propria realizzazione.

Anche lei, come Atena, è attratta da uomini di successo e che hanno competenza. Può succedere però che sia attratta da uomini emotivamente immaturi, bisognosi di calore e amore che lei offre e che sono contemporaneamente uomini di grande potere. Nella mitologia infatti Zeus per conquistarla le si avvicina sotto le sembianze di un uccellino tremante, intenerendola, prima di rivelarsi come signore degli dei.

Vive la sessualità come parte integrante del matrimonio. Può accadere che arrivi vergine al matrimonio e che il risveglio della sua sessualità dipenda dal marito e da quanto l’archetipo Afrodite entra in gioco. Se ciò non accade, avrà rapporti regolari. L’idea del sesso come dovere molto probabilmente è nata con la donna Era.

Il giorno più importante della sua vita è quello del suo matrimonio. La consuetudine, la condivisione di una vita sociale e i ruoli a cui i due restano fedeli, contribuiscono alla stabilità del rapporto coniugale e alla soddisfazione della donna Era. Lei vive il legame col marito come la cosa più forte e stabile mentre quello con gli altri in maniera debole per cui è molto facile per la donna Era seguire il marito e trasferirsi qualora ce ne sia bisogno. Lo stato di felicità della donna Era dipende dal grado di devozione del marito e dall’importanza che lui attribuisce al matrimonio.

Nella nostra società ci sono diversi matrimoni combinati, matrimoni di facciata. Questa è una situazione che fa soffrire moltissimo la donna Era, tanto da essere percepito come un fallimento. Tra tutti i tipi di dea, è quella meno propensa a chiedere il divorzio, anche se ci sono tutti i motivi per farlo. Lei si sente sposata nel profondo del suo essere, il matrimonio è per lei un’esperienza archetipica.

In genere ha figli, perché è una funzione che fa parte del suo ruolo di moglie ma non ha istinto materno e tende a mettere sempre in primo posto il marito. I figli, pur avendo una madre presente fisicamente, percepiscono distacco emotivo, distanza, mancanza d’amore.

Con l’avanzare dell’età la donna Era che resta vedova soffre molto. Con la perdita del marito perde il suo ruolo di moglie che le dava un senso di identità. Se nel corso degli anni non ha sviluppato altri aspetti di se può entrare in uno stato di depressione cronica, sentendosi sola e alla deriva.

 

La donna Era esercita un ingannevole potere sulla vita di molte donne: nel bene e nel male. Porta molta luce e anche distruttività, motivo per cui è importante per questa donna comprendere bene le difficoltà di questo archetipo.

L’aspetto a cui fare molta attenzione, già accennato in precedenza, è la sua tendenza ad annullarsi per il marito. Vivendo nell’aspettativa inconscia che lui la realizzi, se le cose non vanno come dovrebbero e cioè se anziché un uomo che la ama trova un uomo che la tradisce, a causa dell’influenza della cultura lei si oppone alla possibilità di sciogliere l’unione infelice con il rischio di restarne prigioniera. Le sue aspettative spesso non vengono soddisfatte in quanto lei tende ad idealizzare un marito perfetto che per quanto possa avvicinarsi alla perfezione non lo sarà mai e non potrà mai realizzarla.

Questo archetipo può essere assai opprimente per la donna. Se non è sposata si percepisce una fallita, se è sposata può rimanere incastrata nel matrimonio perché non riesce a liberarsi dal matrimonio infelice, se sospetta il tradimento rischia di diventare rabbiosa, vendicativa e gelosa. Era è una dea che ha sofferto molto ma è stata anche molto distruttiva. La tirannia di Era va da un atteggiamento critico a un comportamento apertamente distruttivo.

Era condanna e punisce le altre donne, le giudica ed è particolarmente ostile ad Afrodite. Esclude le donne attraenti, ma ha un atteggiamento critico anche verso le ragazze madre o le donne che hanno subito violenza. Per lei l’unico ruolo veramente accettabile è quello della moglie di un uomo di successo.

Il mito di Medea, dea che uccise i figli avuti dal compagno e bruciò la donna per la quale lui l’aveva lasciata, per odio, vendetta e rabbia, è la rappresentazione dell’archetipo di Era amplificato al suo massimo aspetto distruttivo. La donna in preda a questa furia e non sostenuta da altri archetipi, se tradita, cercherà di mettere in campo degli equivalenti emotivi, tentando di rovinare la reputazione dell’ ‘altra’. Nei casi più estremi tenterà anche di rovinare la relazione tra i figli e l’ex marito.

 

Era e la sua Evoluzione

La donna sotto l’influsso di Era è probabile che si sposi alla prima proposta di matrimonio fatta da una persona rispettabile, senza chiedersi che tipo di uomo sia, che rapporto abbia con la fedeltà e senza interrogarsi su cosa lei provi realmente per lui. Per lei il matrimonio è la cosa migliore e tutto il resto passa in secondo piano. Ma visto che la sua felicità e realizzazione dipendono dal tipo di uomo che sposa, vale la pena che prima di decidere si interroghi.

La chiave per lei può essere quella di rendersi conto del meccanismo limitante che la porta a limitarsi solo alla funzione di moglie, dimenticando delle parti di se che potrebbero arricchire non solo la sua vita ma anche il suo matrimonio. E’ importante che incominci a riflettere sul modello che sceglie di interpretare all’interno del suo matrimonio, rendendosi conto che le sue scelte la limitano e a volte la distruggono. Ha bisogno di schierarsi in maniera ferma con altre divinità femminili che le consentano di trascendere il ruolo di moglie così come lo propone la società: una metà di un intero che la spinge ad adempiere a compiti e ruoli predestinati alla donna, escludendo tutto il resto.

In una relazione sana, la donna Era deve decidere di credere al marito e di mettere in disparte o a tacere la Era sospettosa che è dentro di lei. L’insicurezza gioca a suo sfavore perché la espone alla gelosia, anche senza motivi fondati e questo è uno degli aspetti su cui lei ha bisogno di lavorare con se stessa.

Per la donna Era è possibile trasformare la rabbia grazie ad Efesto. Lui è il dio del fuoco che teneva la sua fucina dentro ad un vulcano. Simbolicamente rappresenta la possibilità che la rabbia venga contenuta e trasformata in energia per forgiare le armature.

Anche Era può scegliere se farsi consumare dai propri impulsi rabbiosi o trasformarli in energia per creare, costruire: dipingere, scrivere, lavorare la creta. In questo modo riuscirà a sublimare la rabbia permettendole di evaporare anziché di farsi distruggere.

La tendenza della donna Era quando un uomo la lascia è quella di sperare nel fatto che lui, sentendo la sua mancanza, faccia ritorno. La verità è che solo nel momento in cui accetterà la perdita potrà permettersi di vivere il lutto, guarire e ricominciare una sua vita.

Nel mito, questa riconciliazione avviene. Ma solo nel momento in cui lei se ne va e lo lascia. Abbandonandolo abbandona anche l’idea che lui possa cambiare e abbandona il ruolo di donna vittimizzata e vendicativa. A quel punto anche lui ha potuto rendersi conto che lei era veramente importante e la richiama a sé. Questo è il vero riscatto di Era: essendosi resa disponibile a lasciare andare ogni cosa, scopre invece che nessuna donna è stata per Zeus così importante e significativa come lei.

Ma questo epilogo felice non accade sempre nella vita…e quando non accade la donna Era deve rimanere connessa alla realtà dei fatti.

Innata nella dea è la ciclicità. Quando la donna riscopre in sé questa risorsa, rispettando i suoi tempi interni può rendersi libera da un punto di vista emotivo e ricominciare da capo, sia sul piano concreto che internamente: se comprende questa possibilità archetipica può lasciare andare il bisogno di essere moglie o l’aspettativa di una realizzazione personale attraverso questo ruolo.

E ricominciare, da se stessa e con se stessa.

 

Francesca Tamai

 

 

 

Scrivi commento

Commenti: 0