In che modo ci misuriamo con le nostre emozioni?
Il mondo emotivo e' sempre stato ampiamente visitato da me, fin da bambina. Mi crogiolavo nelle emozioni. Passavo le ore nella tristezza, nella rabbia, nella paura, nella gioia. Mi auto-creavo stati emotivi con pensieri, musiche, canzoni.
Visto che le emozioni si manifestano attraverso il corpo, era un modo per sentirmi.
Proprio perche' molto attratta da tutto cio' che era emotivo, mi sono dilettata a leggere e ad informarmi sull'origine delle emozioni.
Era normale quello che sentivo? Da dove avevano origine quelle sensazioni fisiche alle quali avevo imparato a dare il nome di rabbia, tristezza, paura e gioia?
Leggendo, ho scoperto che il cervello richiede piu' di 2 anni dalla nascita per una maturazione completa. In questi 2 anni, tutte le esperienze che lo plasmano sono basate sulle emozioni e sul corpo, creando una memoria implicita.
A 6 mesi, sappiamo esprimere gioia, tristezza, disgusto, rabbia. A 8 mesi paura. Tra i 2 e i 3 anni arrivano anche imbarazzo, vergogna, colpa.
Ogni scambio emotivo che avviene in quel periodo di tempo, con i nostri adulti di riferimento, plasma il nostro cervello. A seconda che una nostra manifestazione emotiva venga accolta o rifiutata, nel nostro cervello essa verra' sentita o evitata in futuro.
In che zona del cervello esattamente hanno origine le emozioni?
Le emozioni hanno origine nel cervello limbico. Nelle strutture limbiche i neuroni non sono ben organizzati come nella corteccia, ma sono piuttosto un'amalgama. Quindi l'elaborazione di uno stimolo risulta piu' primitiva e veloce che nella corteccia.
Lo scopo di questo cervello e' proteggerci.
Per cui, ogni qual volta ci sia qualcosa che dalla memoria emotiva evochi un presunto pericolo, viene automaticamente innescata una reazione emotiva. Che va a sua volta a riflettersi nel corpo.
In queste situazioni avviene una momentanea perdita di mentalizzazione. Quando diciamo "non ci ho piu' visto dalla rabbia/non ho capito piu' niente, ero terrorizzata". Dopo questa primissima reazione di congelamento, l'amigdala (una piccola ghiandola situata nel cervello limbico), ci dispone di fuggire o attaccare il presunto pericolo mentre proviamo alternativamente rabbia o paura.
Tutto cio' accade in soli 12 millisecondi ed e' al di fuori della nostra consapevolezza. Non e' detto che cio' che percepiamo corrisponda alla realta' del momento, anzi: molto spesso il "presunto" pericolo fa parte di una delle memorie implicite archiviate in passato.
Le esperienze dolorose vissute nel passato, si sono impresse nel cervello emotivo sotto forma di reti neuronali e continuano a rispondere agli stimoli come se il tempo non fosse trascorso.
Uno dei lavori che ci puo' aiutare, in questa fase iniziale, e' quello di riprogammare il cervello emotivo in modo che viva il presente, e non continui a reagire ad eventi del passato.
Ma a cosa servono quindi le emozioni?
Comunemente si pensa che quando una persona e' emotiva, e' fragile, si lascia andare facilmente. Invece, iniziare a creare una connessione con le proprie emozioni, iniziare a sentirle aumenta la propria intelligenza emotiva. Aumenta la forza, figlia della fluidita', la forza del cuore.
E' proprio grazie alle nostre emozioni che sappiamo dove andare nella vita. Se non le ascoltiamo, ci affidiamo solo al controllo razionale, non sappiamo dove andare, cosa scegliere.
Normalmente si dice che siano pericolose e da controllare. Ma attenzione: non sto dicendo di cadere nelle emozioni o di identificarsi in esse. Caderci dentro o identificasi, non e' sentirle. Noi stiamo parlando di lasciarle fluire liberamente.
Una volta che abbiamo riprogrammato il cervello emotivo in modo tale che cio' che accade nel nostro presente non sia piu' emotivamente collegato ad una memoria passata, possiamo far tesoro di cio' che abbiamo vissuto per decodificare cio' che sentiamo nel presente.
E' solo ed esclusivamente grazie al nostro passato emotivo rielaborato e lasciato andare che possiamo archiviare dati utili per vivere il presente in modo costruttivo.
Ma in che modo possiamo riprogrammare il nostro cervello emotivo?
Viviamo con una sorta di pilota automatico inserito: pretendiamo di comprendere il nostro mondo emotivo con la razionalita'. Non e' possibile. I due mondi hanno proprio due codici differenti, entrambi validi. Quello che possiamo fare, e' imparare a decodificare l'uno e l'altro mondo, imparando a contestualizzare i codici a seconda della situazione.
Per quanto riguarda le emozioni, e' necessario partire dal basso, ovvero dal corpo.
Il corpo non mente, mai. E' la bussola della nostra armonia o disarmonia interiore.
Cominciare ad osservare il nostro respiro e' il primo passo da fare. Nell'osservare il respiro, osserviamo anche come arrivino pensieri di tutti i tipi a cercare di distoglierci dal presente e scegliamo di lasciarli scorrere, come se stessimo osservando la pellicola di un film.
Se lasciamo scorrere i pensieri, prima o poi sentiremo salire un'emozione: come la sperimentiamo? Dove la sentiamo? Dove sentiamo che l'energia e' bloccata? Dove la sentiamo fluire?
Restiamo presenti al nostro sentire, semplicemente osservando. Puliti da ogni forma di giudizio. Nulla e' giusto e nulla e' sbagliato. Cio' che e', semplicemente e'. Iniziamo a diventare testimoni di cio' che accade dentro di noi, fino al punto da sentire che siamo totalmente disidentificati da cio' che accade.
Fino al punto in cui siamo in grado di essere l'osservatore e l'osservato.
Le emozioni possono diventare un portale verso qualcosa che esiste oltre. La connessione col corpo, che si fa sentire in modo chiaro ogni volta che proviamo un'emozione e' la chiave da cui partire. E' il corpo a sentire, non la mente. Ecco perche' quando cerchiamo di comprendere il mondo emotivo con l'intelletto quello che spesso accade e' che reprimiamo o neghiamo l'autentico sentire. Senza darci la possibilita' di andare "oltre".
Quando invece impariamo a stare nel corpo, luogo in cui lo spirito prende sostanza, avvertiamo con chiarezza che ogni emozione e' un fatto energetico che ha un inizio, un picco e una fine, come un'onda che ascende, raggiunge il suo apice e discende. E al momento della discesa completa, avvertiremo un cambiamento totale della situazione percepita a livello fisico fino a quel momento. Sara' una sensazione molto chiara.
Questa pratica di auto-ascolto delle emozioni aumenta la consapevolezza e l'intelligenza emotiva, portandoci piu' vicino al cuore della nostra Essenza.
Dalle emozioni…al cuore della nostra Essenza.
E' stato dimostrato che il cuore e' il nostro piu' grande oscillatore biologico, e' l'organo che in assoluto produce piu' vibrazioni elettromagnetiche ed e' in grado di influenzare tutti gli altri orgnai, compreso il cervello.
Sono state rilevate 40.000 cellule neuronali nel cuore che emettono impulsi con i quali Lui, il Cuore, comunica con il cervello. Questo significa che ad ogni battito il cuore invia ad ogni cellula del corpo informazioni precise sulla salute psicofisica. I ricercato dell'HeartMath Institute di Boulder Creek in California hanno individuato che una forma di comunicazione ottimale e' la coerenza energetica: si ottiene quando il ritmo del cervello e di altri sistemi si sincronizzano con il battito ritmico del cuore.
La coerenza energetica e' uno stato ottimale in cui il cuore, la mente e le emozioni operano in sincronia e armonia.
Ma in cosa si traduce tutto cio'?
Quando avevo 4 anni, andavo all'asilo in un istituto di suore. Ero una bambina molto vivace. All'epoca, per motivi che non mi sovvengono, ho dovuto mettere gli occhiali da vista per un breve periodo.
Ricordo che in quell'anno, per la festa del papa', dovevamo fare un disegno. Si trattava di colorare dentro i margini un disegno gia' impostato. Ricordo perfettamente l'impegno che ci ho messo: era per il mio papa' e mentre coloravo pensavo a lui e alla sua gioia quando gliel'avessi consegnato, quella sera.
Quando la suora ha visto il mio disegno, mi ha detto che non era bello. Non ero riuscita a colorare dentro i margini, gli occhiali mi davano qualche problema o forse semplicemente non ero una bambina che riusciva a stare dentro i margini.
La suora mi disse di non preoccuparmi, avrebbe provveduto a farlo fare da un'altra mia compagna di classe piu' brava di me in modo tale che avrei potuto consegnare un bel disegno a mio padre.
Qual e' stato il risultato di questo evento?
Mi sono allontanata da ogni forma di disegno creativo, pensando di essere negata. Il mio cervello ha registrato che qualunque cosa avessi prodotto con i colori su un foglio, sarebbe stato un fallimento.
Lavorando sull'auto-ascolto con diverse tecniche di rielaborazione, negli anni ho potuto vedere e sentire che quel disegno era bello perche' era stato fatto da me. Quella bambina aveva messo Passione e Amore nel preparare il regalo per il suo papa'. Era l'unicita' del contenuto a renderlo bello.
Aver dato cosi' importanza al giudizio della suora, mi e' servito per ritornare su di me. E comprendere che ci sono cose che non possono essere valutate esternamente perche' nel momento in cui le produciamo, manifestiamo la nostra unicita'. Nel momento in cui una bambina di 4 anni si esprime attraverso un disegno, lo fa mettendo in atto il piu' grande oscillatore: il Cuore.
35 anni piu' tardi, mi sono svegliata una mattina con una voglia sfrenata di dipingere. E li ho compreso, che tutto questo era stato rielaborato e lasciato andare. Ho compreso che la mia parte creativa, si sentiva sufficientemente supportata da poter uscire nuovamente nella sua unicita'.
La coerenza energetica va allenata. E' qualcosa che sappiamo gia' fare, ma ce ne dimentichiamo. Il percorso che facciamo e' tornare a ricordare.
L'allenamento e' semplice. E' sufficiente focalizzarsi sul battito del cuore, appoggiando la mano al centro del petto; o visualizzare il respiro che entra ed esce dal cuore. Sono sufficienti pochi minuti al giorno, con il solo scopo di portare attenzione al cuore.
Dopo qualche mese di pratica costante, inizieremo a notare tutte le volte che stiamo bene, tutte le volte che proviamo autentico benessere. E portando l'attenzione a questo, inizieremo a nutrire e rafforzare questo stato.
E quando torneranno a bussare le emozioni, sapremo cosa fare per trasformarle. Tutto cio' che arriva ha un messaggio. Tutto. Accogliendo il messaggero, riusciremo a decodificare il messaggio!
Francesca Tamai
Immagine ideata da Alessandra Loreti - www.lafabbricadeisogniweb.it
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